La poetica del kinuginu, di Maria Laura Valente

Il mio studio sulla poetica del kinuginu di epoca Heian, pubblicato su Cinquesettecinque, il blog dell’Associazione Italiana Haiku.

CINQUESETTECINQUE

LoversNel microcosmo cortigiano di epoca Heian (794-1185), la poesia riveste un ruolo di estrema rilevanza nei rapporti sociali. Attraverso la versificazione si esprimono i sentimenti scaturiti da una intensa consonanza con l’istante vissuto, si imbastisce il dialogo amoroso, si dimostrano le proprie competenze culturali, si mette in luce la propria maestria compositiva e, non da ultimo, si dà prova della propria sensibilità.
In questo contesto, la poesia è intrinsecamente legata alla sfera comunicativa. Non si scrive solo per sé stessi bensì per cercare di trasmettere agli altri, attraverso la corrispondenza o la declamazione, l’intensità e l’unicità del proprio sentire. Da questa natura sociale della poesia scaturisce l’estremo rigore formale che caratterizza una prassi compositiva volta a trasformare la fluida libertà della percezione estetica in un testo poetico con caratteristiche nettamente definite, come il waka 和歌, (letteralmente, “poesia giapponese”) composto da 31 “sillabe” articolate in 5 versi, secondo lo schema 5-7-5-7-7.

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